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Nuovo Codice della Strada: un provvedimento inefficace per la mobilità ciclabile e la sicurezza

Il dibattito sulla riforma del Codice della Strada italiano è giunto al culmine mentre il disegno di legge 1435, presentato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è attualmente in discussione alla Camera. Le critiche provenienti da diverse organizzazioni per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile mettono in evidenza lacune e inefficacia del provvedimento, affermando che non sarà sufficiente per porre fine alla strage in corso sulle strade italiane.

Legambiente, Fiab (Federazione italiana Ambiente e Bicicletta), Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono e Fondazione Luigi Guccione hanno lanciato una mobilitazione nazionale, che è partita il 9 marzo, con vari appuntamenti in diverse città italiane sotto lo slogan “Stop al nuovo codice della strage”.

Le critiche si concentrano sul fatto che il nuovo Codice della Strada non affronta efficacemente le principali cause di incidentalità come l’eccesso di velocità, la guida distratta e il mancato rispetto delle precedenze pedonali. Secondo Luca Polverini, consigliere nazionale Fiab, l’attuale proposta legislativa non migliorerà la situazione, in quanto non si interviene sulla velocità e si mette eccessivo enfasi sulla repressione anziché fornire strumenti adeguati per prevenire gli incidenti.

I dati relativi all’incidentalità e alla mortalità sulle strade italiane sono allarmanti. Nel 2022, le persone decedute a causa di incidenti stradali sono state 3.159, con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente, mentre i feriti sono stati oltre 223.000. Le stime preliminari dell’Istituto di Statistica per i primi sei mesi del 2023 confermano questa tendenza, registrando oltre 106.000 feriti e 1.384 morti.

Particolarmente preoccupante è la situazione nelle strade urbane, dove si verificano il 73% degli incidenti. Le principali cause sono l’eccesso di velocità, la distrazione, il mancato rispetto delle strisce pedonali e delle precedenze. L’80% dei morti sulle strade urbane sono utenti vulnerabili, mentre nel 94% dei casi gli incidenti sono imputabili a conducenti di veicoli a motore.

A livello europeo, l’Italia presenta un tasso di mortalità stradale superiore alla media. Secondo la Commissione Europea, nel 2022 il numero di morti in strada in Italia è stato pari a 56 per milione di abitanti, rispetto ai 26 per milione nel Regno Unito, ai 34 in Germania e ai 36 in Spagna.

Le critiche al nuovo Codice della Strada riguardano anche le disposizioni che limitano l’autonomia delle amministrazioni locali e rendono più difficile realizzare interventi di sicurezza stradale, come la costruzione di nuove corsie ciclabili e l’installazione di autovelox. Secondo gli esperti, il provvedimento manca di efficacia nel ridurre la velocità sulle strade e nel contrastare i comportamenti pericolosi alla guida.

La proposta legislativa attuale, se approvata, avrà un impatto significativo sulla sicurezza stradale in Italia. Tuttavia, le critiche sollevate da diverse organizzazioni e esperti mettono in dubbio la sua efficacia nel contrastare la strage in corso sulle strade italiane e sollevano interrogativi sulla necessità di interventi più incisivi e basati su dati e evidenze scientifiche.

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