Turismo Italiano e Cambiamento Climatico: sfide, adattamenti e soluzioni sostenibili
Andrea Della Rolle
Ottobre 30, 2024
Il turismo italiano, uno dei settori più vitali per la nostra economia, si trova oggi ad affrontare le difficili sfide del cambiamento climatico. La ricerca di ENIT, presentata nell’autunno 2024, ci fa capire come i fenomeni climatici estremi stiano già influenzando le scelte dei turisti e mettendo alla prova le infrastrutture di molte destinazioni.
Il clima e i suoi effetti sul turismo: una realtà sempre più evidente
Ormai non possiamo ignorarlo: i cambiamenti climatici stanno lasciando il segno sul turismo italiano. Gli operatori del settore notano tre problemi principali. Primo, ci sono le piogge torrenziali e le inondazioni, fenomeni sempre più frequenti e devastanti. Basti pensare a ciò che è successo in Emilia-Romagna, colpita da ben quattro alluvioni tra il 2023 e il 2024. Secondo, c’è la siccità, che soprattutto nelle zone rurali e costiere diventa una minaccia per le risorse idriche. Un caso emblematico? La Sicilia, dove la siccità è durata oltre un anno, lasciando segni profondi. Infine, ci sono i danni a infrastrutture e territorio, che richiedono investimenti per rafforzare strutture sempre più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici.
Le opinioni degli operatori turistici
ENIT ha coinvolto oltre 9.000 operatori del settore, focalizzandosi su un gruppo di 339 tra responsabili di imprese pubbliche e private. Le risposte parlano chiaro: gli operatori vedono l’impatto del cambiamento climatico sui turisti come un problema serio, attribuendo un punteggio di 4,34 su 5, e riconoscono anche l’impatto diretto sulle loro attività con un punteggio di 4,14. Insomma, la consapevolezza della situazione è alta e le preoccupazioni non mancano.
Come cambiano le preferenze dei turisti
Di fronte a queste sfide, molti turisti, italiani e internazionali, stanno ripensando alle loro scelte di vacanza. C’è una tendenza crescente verso le destinazioni enogastronomiche e culturali, meno esposte ai capricci del meteo. C’è anche chi preferisce attività all’aria aperta, come le escursioni, ma svolte in periodi dell’anno meno caldi, per evitare le temperature estreme.
Un turismo “climate-sensitive”: una nuova visione per l’Italia
Il progetto di ricerca di ENIT, chiamato Turismo Climate-sensitive, sottolinea che il turismo in Italia deve diventare sempre più flessibile. Le bellezze del nostro Paese non bastano più da sole: servono servizi innovativi e sostenibili, informazioni climatiche accurate e tempestive e misure di adattamento che tengano conto sia dei residenti sia dei visitatori.
Una strategia condivisa per un turismo più resiliente
È necessario, dunque, che pubblico e privato collaborino su una strategia “climate-sensitive” che punti a tre obiettivi: integrare il cambiamento climatico nelle politiche territoriali, creare strutture e servizi capaci di rispondere a una domanda turistica in continua evoluzione, e personalizzare le azioni secondo le caratteristiche geografiche e le specificità di ogni destinazione. Un’altra idea che gli operatori propongono è la destagionalizzazione: offrire un turismo che possa attrarre visitatori tutto l’anno, specialmente nei mesi meno affollati.
L’indice climatico turistico (TCI) e i cambiamenti nelle stagioni turistiche
Per aiutare il turismo italiano ad adattarsi, è stato ideato il Tourism Climatic Index (TCI), un indice che misura come il clima influenzerà i flussi turistici nelle varie destinazioni. Testato su località come le Dolomiti Bellunesi, Firenze, Bari e Rimini, il TCI considera la temperatura, l’aspetto estetico e le condizioni fisiche per valutare se una località può attrarre visitatori nonostante i cambiamenti climatici. Secondo l’ENIT, l’estate, per esempio, potrebbe spostarsi verso i mesi meno caldi di maggio, giugno, settembre e ottobre, mentre luglio e agosto potrebbero risultare troppo caldi per molti turisti. Le mete invernali, invece, potrebbero essere penalizzate dalla diminuzione della neve, che limita le attività sportive.
Il potenziale del cicloturismo per un turismo sostenibile
Anche se non è menzionato esplicitamente nella ricerca, il cicloturismo emerge come una scelta per il turismo del futuro. Includere le biciclette nelle nostre abitudini di viaggio, infatti, potrebbe ridurre l’impatto ambientale e allo stesso tempo distribuire meglio i flussi turistici. Inoltre, un turismo su due ruote valorizza le aree rurali, sostiene le economie locali e contribuisce alla conservazione delle aree naturali. Un’idea che potrà trovare maggiore spazio nelle future strategie di promozione del turismo italiano.
Le previsioni di ENIT ci ricordano che il settore turistico italiano ha bisogno di cambiare e adattarsi. Solo un approccio consapevole e sostenibile, che includa tutti gli attori coinvolti, potrà garantire un futuro a lungo termine per il turismo italiano, preservando al contempo la bellezza naturale e culturale del nostro Paese. Un turismo più responsabile, che valorizzi anche il cicloturismo e che metta al centro sostenibilità e rigenerazione, rappresenta sicuramente un passo nella direzione giusta.
Scarica la presentazione della ricerca ENIT qui